Monte Celant (1093 m)

L’anello del M. Celant l’ho descritto in questo libro: si tratta di un sentiero C. A. I. di recente sistemazione.

Come spesso succede quando non esiste concertazione una mano fa e l’altra disfa.

Per chi scende dalla cima del monte verso Campone, come ho fatto io, a Zanon trova la strada chiusa da una rete che, giustamente il proprietario del prato ha messo perché gli escursionisti non passino sulla sua proprietà.

Raggiunta in qualche modo la strada bisogna poi entrare in una azienda agricola, scavalcare nuovamente una recinzione e ci si trova a combattere coi cavalli e le loro deiezioni e col cane da pastore che se vi ritiene un pericolo non so cosa può accadere (e ha ragione lui).

Usciti dall’azienda agricola per un cancello si passa nella zona dei maiali con un vero tratto di fango misto a escrementi. I maiali poi soffiano, hanno un comportamento non predicibile e sembrano poco convinti di lasciare il passo.

Questa situazione, non proprio edificante per un territorio che vuole rifondarsi sul turismo, dovrebbe essere in qualche modo risolta.

Non che mi faccia paura la cacca: tutto il giorno ne ho pestate di cervo, camoscio, capriolo e muflone; penso al turista.

Penso che sono stati spesi molti soldi per il recupero di quella antica strada che unisce Campone a Tramonti di Sotto. Se poi il tutto si lascia all’incuria e alla mercé di chi accampa diritti di proprietà, senza porvi rimedio, va da sé che le cose peggiorano.

Finite le lagnanze. E come si usa dire: a buon intenditor…

Il mio desiderio era quello di percorrere tutta la cresta che inizia a Tridis e culmina in cima al M. Celant. I primi cimotti però mi hanno respinto, talmente sono pieni di rovi e di polloni d’orniello. Ho dunque aggirato il primo tratto per il fondo del primo ruscello che s’incontra lungo il sentiero C. A. I. 832.

Ho fatto un po’ di acrobazie su detriti ghiacciati cominciando ad avere dei dubbi sulla mia integrità mentale. Dubbi ingigantiti quando mi sono infilato in una zona di fasce rocciose nella quale ho dovuto rispolverare la saggezza e ogni cognizione greppistica.

Alla fine sono uscito in cresta dove ho trovato un’inaspettata traccia che purtroppo non so da dove viene e dove ha inizio. Numerosi tagli di arbusti mi hanno accompagnato lungo tutta la cresta fino in vetta.

Guarda il video.